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Il potere della dea

27/10/2016

Una parte del corso di Angel Therapy è dedicata a un circolo di dee che tengo per le studentesse e le donne dello staff, contemporaneamente Steven presiede una riunione con gli uomini. Steven, scherzando, sostiene che in questi incontri gli uomini guardano la partita, ruttano e bevono birra, e io rispondo dicendo che noi donne andiamo a comprare scarpe. In realtà, durante questi brevi momenti separati, entrambi i generi ricevono molte conferme. C’è qualcosa nel trovarsi in un gruppo composto solo da membri del tuo sesso che ti fa sentire libero di parlare senza inibizioni.

Noi donne eravamo sedute in cerchio, e io spiegai il “Power Process”, un processo della mente che costituiva la prima parte della nostra assemblea di dee. Mi posizionai al centro e, reggendo il microfono senza filo, dissi: “Questo è Mike. Dite tutte: ‘Ciao Mike!’.” Il gruppo salutò il microfono ridacchiando.

“Mike è uno strumento che i messaggeri di luce o gli angeli utilizzano per diffondere i loro messaggi e l’energia dell’amore e della luce”, spiegai. “Molti sono intimiditi da Mike, ma abbiamo bisogno che un maggior numero di messaggeri di luce si senta a proprio agio con lui. Dio solo sa quanto le persone che lavorano con le energie inferiori sono a proprio agio nell’usare Mike per trasmettere nella mente degli altri messaggi di paura attraverso la radio e la tv, ostacolando la felicità e il benessere di milioni di individui” Tutte annuirono. “Mi piacerebbe che alcune di voi si spingessero oltre i propri limiti e imparassero a prendere confidenza con Mike.”

“Stiamo per fare qualcosa che si chiama Power Process. Una di voi starà al centro del cerchio, impugnando Mike per amplificare la propria voce. Vogliamo che diciate qualcosa sull’argomento del potere. Potete raccontare di come vi siete reimpossessate del vostro potere, del perché ne avete paura, o regalarci un insegnamento al riguardo. Potete parlare di qualsiasi cosa, purché sia legata al concetto di potere.”

“Ed ecco l’inghippo: vogliamo ascoltare solo donne timide, che di solito non fanno sentire la propria voce nei gruppi. Non appena avete finito, vi prego di passare Mike a un’altra persona che in genere non parla molto. E per favore, signore, non attaccate psichicamente nella vostra mente la persona che vi porge Mike! Ora, chi vuole cominciare?”.

Dopo una lunga pausa, la prima donna si alzò in piedi e disse che era stata cresciuta con l’idea che le donne dovessero essere carine, ma niente di più. Aveva acquisito potere personale dalle difficoltà della vita, che l’avevano costretta a scegliere tra morire o diventare più forte. Applaudimmo tutte il suo coraggio, poi passò Mike alla donna successiva. Continuammo con il Power Process per più di un’ora, con molte lacrime, risate e applausi. Alla fine, tutte si sentivano euforiche e ispirate, sulla strada verso un nuovo senso di liberazione e felicità.

Era il momento di cominciare la seconda parte della nostra assemblea femminile: la danza dei foulard. Suonavamo e ballavamo, e ognuna di noi aveva un lungo foulard di seta dai colori vivaci. Poi io invocai le dee, una per una, usando il microfono in modo che tutte potessero sentire.

Per prima chiamai Pele, la dea hawaiana della passione e dei vulcani. In modo spontaneo, tutte le donne danzarono più velocemente, come una tribù indigena. Urlarono e gridarono come se avessero assorbito l’energia impetuosa di Pele.

Dopo, richiesi la presenza di Brigid, la dea celtica della protezione e della guarigione. I balli, i canti e la musica si modificarono per entrare in sintonia con l’energia più misteriosa di Brigid. Riuscivo quasi a vedere una nebbia che avvolgeva il gruppo, riportandoci indietro all’antica Irlanda.

Poi fu la volta di Sedna, la dea del mare, venerata dalle tribù inuit come protettrice dei raccolti estivi e del sostentamento invernale. Tutte le donne del gruppo oscillarono in modo fluido con i loro foulard, come onde, sirene e delfini.

Dopodiché invocai la Madonna. Molte donne si fermarono, sistemarono il proprio foulard sulla testa e cominciarono a ondeggiare da una parte all’altra. Ero meravigliata da come i nostri movimenti si sincronizzassero in risposta alla diversa energia di ciascuna dea.

L’ultima dea che invocai fu Kuan Yin, la bodhisattva buddista della compassione, della pietà e del perdono. “Chiedete a Kuan Yin di aiutarvi a perdonarvi e ad avere pietà e compassione per voi stesse”, suggerii al gruppo. Molte donne si misero una mano sul cuore, per ancorare la guarigione che avveniva in tutte noi.

Poi ci riunimmo di nuovo in cerchio, una di fianco all’altra, pronte per continuare questo percorso all’insegna di un nuovo livello di salute e benessere e ancora una volta alla ricerca della concentrazione che solo la meditazione può portare. Su mia proposta, ognuna strinse i mignoli di chi le stava accanto, formando una forte e meravigliosa catena di dee. Alzammo i mignoli intrecciati sopra la testa, dicendo all’unisono: “Dee, unite per sempre.”

Una donna commentò: “Quando le donne diventano consapevoli del loro potere, permettono agli uomini di aprire i loro cuori.” Eravamo tutte d’accordo.

angeli e dee

Tratto dal libro “Angeli e Dee” di Doreen Virtue. Per ulteriori informazioni clicca qui

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