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Morendo ho ritrovato me stessa

Anita Moorjani

Pagine: 190 • Anno di pubblicazione: 2013
Formato: Libro
€ 14,90€ 14,16 Non disponibile

 

“Ho avuto la possibilità di tornare indietro… oppure di restare dov’ero. Ho scelto di ritornare quando ho capito che il ‘paradiso’ è uno stato mentale, non un luogo da raggiungere.”

Anita Moorjani

Un libro saggio e sincero, una lettura consigliata e necessaria.

Prefazione di dr. Wayne Dyer

 

 

Se pensi che bisogna faticare e soffrire per avere una dimensione spirituale, allora non hai ancora capito di cosa si tratta.

Nata e cresciuta in una famiglia tradizionale hindu, fin da bambina Anita è stata condizionata dagli usi e costumi della cultura e della religione. Dopo anni di dure lotte per seguire il proprio cammino cercando di soddisfare le aspettative degli altri, una meravigliosa rivelazione l’ha portata a scoprire il potere creativo dell’universo e alla realizzazione di cose che non avrebbe mai creduto possibili.

Infatti, colpita dal cancro, dopo quattro anni di propagazione della malattia in tutto il corpo, Anita cadde in uno stato di prostrazione tale da accedere a una esperienza di premorte grazie alla quale ottenne la rivelazione del suo valore intrinseco in quanto essere umano... e scoprì anche la causa reale della malattia. Dopo aver ripreso conoscenza, le sue condizioni di salute migliorarono rapidamente e poté lasciare l’ospedale senza che ci fosse più alcuna traccia del cancro nel suo corpo!

Partendo dall’esperienza di premorte, Anita condivide in modo toccante e con grande ispirazione tutto quello che ha imparato sulla malattia, sulla guarigione, sulla paura, sull’amore e sulla potenziale grandezza riposta in ciascuno di noi. La sua storia demistifica la falsa credenza secondo cui per essere spirituali sia necessario compiere un percorso di privazione e sofferenza. La prospettiva di Anita è molto più coinvolgente e illuminata e offre a ciascuno la possibilità di essere se stesso.

 


 

"Questa è una storia d’amore, una bella storia d’amore incondizionato che infonderà in te una percezione rinnovata della tua vera identità, del perché sei al mondo e di come puoi trascendere la paura e il rifiuto di te stesso che limitano la tua esistenza. Anita parla del cancro con straordinario candore, e spiega perché crede di aver dovuto percorrere questo cammino insidioso nella sua vita, perché sente di essere stata guarita e perché è ritornata. E stai pur certo che la sua missione di vita si riflette ampiamente nel libro che stai per leggere… e nel mio profondo coinvolgimento nella diffusione di questo messaggio nel mondo."

Wayne Dyer

 

Indice

 

Prefazione di Wayne W. Dyer
Introduzione

Parte Prima- Alla ricerca della strada giusta
Prologo - Il giorno in cui “sono morta”
Capitolo 1 - Crescere diversa
Capitolo 2 - Molte religioni, molti cammini
Capitolo 3 - Una unione sbagliata
Capitolo 4 - Il mio vero amore
Capitolo 5 - La diagnosi della paura
Capitolo 6 - Alla ricerca della salvezza

Parte Seconda - Il mio viaggio verso la morte… e ritorno
Capitolo 7 - Lasciarsi il mondo alle spalle
Capitolo 8 - Qualcosa di infinito e fantastico
Capitolo 9 - Comprendere il miracolo
Capitolo 10 - La prova della guarigione
Capitolo 11 - “Signora, lei dovrebbe essere morta sotto tutti i punti di vista!”.
Capitolo 12 - Vedere la vita con occhi nuovi
Capitolo 13 - Trovare la mia strada
Capitolo 14 - La guarigione è solo l'inizio

Parte Terza - Quello che ho capito
Capitolo 15 - Perché mi sono ammalata… e perché sono guarita
Capitolo 16 - Sé infiniti ed energia Universale
Capitolo 17 - Hai il potere di fare accadere le cose. Sii te stesso!
Capitolo 18 - Domande e risposte

 

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Dedica speciale ai lettori italiani

 

Miei cari amici italiani,

sono molto contenta che la mia storia sia stata tradotta in italiano ed è un grande piacere per me condividere la mia esperienza con voi. Dopo aver vissuto la mia esperienza di premorte ed essere guarita dal cancro, ho sentito un forte bisogno di condividerla. Sentivo che si trattava di informazioni che tutti noi dovevamo conoscere per vivere una vita migliore. E ciò significa che, a prescindere da dove vi trovate, o da quale lingua parlate, sentivo di dovervi comunicare il mio messaggio. Perciò sono molto felice e onorata che il mio libro sia stato tradotto in italiano, cosa che mi permette di condividere il mio messaggio anche con voi!

Spero con tutto il cuore che possiate godere della lettura e vi chiedo di approcciarvi al libro con cuore e mente aperti. Sappiate che è stato scritto con la sola prerogativa di aiutare gli altri condividendo la mia storia, di offrire speranza e magari persino un raggio di gioia, in un mondo che spesso sembra diventare sempre più tenebroso e oscuro per molti. Voglio che la gente sappia che possiamo cambiarlo e riportare la gioia, la speranza e l’allegria nelle nostre esistenze. Una volta che abbiamo imparato a recuperare la gioia, toccheremo a nostra volta gli altri in modo molto positivo.

Grazie infinite per aver scelto di leggere questo libro.

Con amore

Anita

 

Prefazione di Wayne Dyer

 

Il contenuto di questo libro mi ha profondamente commosso, anche in virtù del mio rapporto personale con Anita Moorjani, che è entrata nella mia vita attraverso una serie di coincidenze divinamente orchestrate. Dopo più di quattro anni, un cancro in stadio avanzato ha portato Anita alle soglie della morte e oltre, nella sua stessa dimora, molto più in là, se vogliamo, della porta d’ingresso e del vestibolo. Anita ha descritto nel dettaglio la sua esperienza in questo libro di ricerca spirituale. Voglio incoraggiarti a leggerlo attentamente e a rifletterci su con mente aperta, così potrai mettere in discussione molte delle tue convinzioni, soprattutto quelle che riguardano ciò che sta oltre questo mondo, in quello che spesso viene definito Aldilà.

Circondata dalle persone care e da una squadra di medici in attesa da un momento all’altro del suo ultimo respiro, Anita cadde in un coma profondo. Tuttavia le fu data l’opportunità di ritornare nel suo corpo devastato dal cancro, contro ogni logica possibile, e di sperimentare una incredibile guarigione con l’ausilio dell’amore incondizionato. Le è stato permesso di fare ritorno dalla casa della morte e di raccontare a tutti noi com’è la vita oltre il mondo materiale, e soprattutto come ci si sente là.

Questa è una storia d’amore, una bella storia d’amore incondizionato che infonderà in te una percezione rinnovata della tua vera identità, del perché sei al mondo e di come puoi trascendere la paura e il rifiuto di te stesso che limitano la tua esistenza. Anita parla del cancro con straordinario candore, e spiega perché crede di aver dovuto percorrere questo cammino insidioso nella sua vita, perché sente di essere stata guarita e perché è ritornata. E stai pur certo che la sua missione di vita si riflette ampiamente nel libro che stai per leggere… e nel mio profondo coinvolgimento nella diffusione di questo messaggio nel mondo.

Ciò che Anita ha scoperto nelle ventiquattro ore di coma, quando ha oltrepassato la porta del regno dell’Aldilà, è in armonia con le informazioni e le intuizioni che ricevo nei momenti di ispirazione, quando scrivo o tengo conferenze. È chiaro a entrambi che è stato l’intervento Divino a muovere gli ingranaggi affinché lei, che viveva all’altro capo del mondo, in una cultura del tutto differente dalla mia, entrasse a far parte della mia consapevolezza e della mia vita.

Ho sentito parlare per la prima volta di Anita quando ricevetti una copia dell’intervista sulla sua esperienza di premorte da una donna di New York, Mira Kelley, che successivamente è diventata un’amica e mi ha guidato in una regressione alle vite passate. Dopo aver letto quell’intervista, ho provato l’impulso irresistibile di fare tutto quanto in mio potere per diffondere il suo potente messaggio al mondo. Chiamai Reid Tracy, presidente della casa editrice Hay House, e lo incalzai affinché rintracciasse Anita Moorjani e le chiedesse di scrivere un libro dettagliato sulla sua esperienza. Aggiunsi che mi sarebbe piaciuto scriverne la Prefazione, anzi, dissi che sarei stato onorato se lei avesse accettato il mio contributo. Una serie di meravigliose coincidenze, compresa la chiamata di Anita da Hong Kong al mio programma radiofonico su hayhouseradio.com, e l’intervista che le feci a portata di orecchio di tutto il Pianeta, ci ha messi in contatto sia sul piano professionale che personale.

Anita afferma che siamo tutti esseri di puro amore. Non solo siamo connessi l’un l’altro e con Dio, ma a un livello più profondo, siamo noi stessi Dio. Abbiamo permesso alle nostre paure e all’ego di spingere Dio ai margini delle nostre esistenze, e ciò si riflette nello stato di malattia che colpisce non solo il corpo ma il mondo intero. Anita ci sprona a fare tesoro della nostra magnificenza, a vivere in quanto esseri di luce e di amore, e a sfruttare le proprietà di guarigione insite in questo atteggiamento mentale.

In queste pagine descrive la sua esperienza in assenza di spazio e di tempo, e la sensazione provata per la prima volta quando ha scoperto che l’Unità non è un concetto intellettuale, ma che tutto avviene effettivamente nello stesso istante. Racconta di essere stata immersa in un’aura di puro, delizioso amore, che dispone di un potere di guarigione illimitato. Ha appreso personalmente il vero significato delle parole di Gesù, secondo le quali “con Dio, tutto è possibile”, senza tralasciare nulla, nemmeno il risanamento del passato. Anita ha scoperto in prima persona ciò che ho descritto diffusamente nel mio libro Wishes Fulfilled [Desideri realizzati]: nell’autentica presenza di Dio, non si applicano le leggi del mondo materiale (comprese quelle della medicina).

Dovevo incontrare quella donna. A partire dalla nostra conversazione telefonica, cominciai a sentire direttamente l’essenza spirituale di Anita e il suo messaggio di speranza in sostituzione della paura. Così l’ho invitata non solo a scrivere questo libro, ma anche a comparire con me sulla PBS e a raccontare la sua storia di amore, speranza e guarigione al mondo intero.

Ho inviato l’intervista di Anita sull’esperienza di premorte a mia madre, che ha novantacinque anni e vive in una casa di riposo. Vede la morte abbastanza frequentemente, perché molti dei suoi nuovi amici e amiche di età avanzata semplicemente si spengono nel sonno e se ne vanno per sempre. Ho avuto con lei numerose conversazioni sull’idea che si è fatta del grande mistero chiamato morte, destino comune a tutti gli esseri viventi. Tutto ciò che si materializza è destinato a dematerializzarsi. Lo sappiamo a livello intellettuale, tuttavia ciò che ci aspetta resta un grande mistero.

Dopo aver letto il racconto dell’esperienza di premorte di Anita, mia madre disse di aver sentito un’ondata di pace infondersi in lei e sostituirsi alla paura, all’ansia e alla tensione che suscita la “grande sconosciuta”. In effetti, tutti quelli che hanno letto questo resoconto, compresi i miei figli, si sono aperti a una nuova prospettiva sulla vita e mi hanno promesso di amare se stessi, di fare tesoro della loro magnificenza e di bandire dalla loro vita quotidiana tutti i pensieri in grado di generare disturbi e malattie. Mentre io scrivevo di tutte queste cose, Anita le viveva personalmente, facendole diventare parte della sua esperienza.

Anita è stata capace di guarire il suo corpo e in più di un’occasione mi ha raccontato che sentiva di essere tornata per insegnare questa lezione semplice ma potente, che non solo può guarirti, ma che può anche trasformare il mondo in cui viviamo. E questo, ne sono certo, è il motivo per cui Dio mi ha fatto incontrare Anita. Ho sempre avuto la sensazione che il mio dharma fosse far conoscere alle persone la dimensione divina insita in loro e la presenza di Dio nei loro cuori. Noi non siamo né il nostro corpo, né quello che realizziamo, né ciò che possediamo: siamo tutt’uno con la Sorgente di tutti gli esseri, che è Dio. Mentre scrivevo tutto questo, Anita Moorjani è entrata nella mia vita come per apporre un punto esclamativo alle informazioni che stavo ricevendo nelle sedute di scrittura automatica. Lei le ha vissute e le ha descritte meravigliosamente, e ora hai la fortuna di poter leggere e mettere in pratica tutto ciò che lei ha imparato nella strenua lotta contro il cancro, e durante il suo sereno viaggio di ritorno attraverso l’esperienza diretta della guarigione divina.

Sono onorato di avere anche solo un piccolo ruolo nel portare questo messaggio di speranza e di amore come forma di guarigione ultima. Mi auguro che tu possa assorbire le parole di Anita e diventare uno strumento di rimozione di tutte le malattie che affliggono il tuo corpo, le tue relazioni, il tuo Paese e il nostro mondo. Come ha poeticamente osservato Elizabeth Barrett Browning: “La Terra è piena di cielo, e in ogni comune roveto arde la fiamma di Dio.” Infatti, guarigione e cielo sulla Terra ti appartengono se ami.

Goditi il meraviglioso libro di Anita. Io lo adoro, e adoro lei.

 

 

La storia di Anita: dall’infanzia alla maturità

Con uno stile fresco e narrativo, Anita racconta della sua infanzia complicata nel contesto multiculturale in cui è cresciuta e che offriva credenze differenti (e spesso in contraddizione tra loro). La mancata integrazione tra indiani ed espatriati britannici a Hong Kong, lo stato di subordinazione della donna all’interno della famiglia indiana contro il quale Anita ha sempre lottato (pur provando un profondo senso di colpa per la sua inadeguatezza) e il desiderio di libertà e di esperienze negato da una cultura che relegava la donna al ruolo di moglie e madre sono alcuni temi centrali attorno a cui ruota la Prima Parte del libro.

Ecco direttamente dalle parole di Anita, il suo racconto sulle conseguenze della rottura del fidanzamento con un giovane indiano, a cui aveva acconsentito solo per far contenti i genitori e uniformarsi alla sua cultura:

“Ferire gli altri per via della mia decisione mi faceva stare malissimo, e quando sentii ciò che la  gente diceva di me, ebbi paura per il mio futuro. Ripetevano che non ero abbastanza addomesticata, che ero contaminata e che i miei genitori non mi avevano educata in modo adeguato. Inoltre, avere in testa tutti quei progetti per una donna, significava avere un’opinione troppo elevata di sé. Mi sentii orribile e triste. Non volevo più socializzare con nessuno nella nostra cultura. Mi rammaricavo per tutto quello che avevo fatto, dal fidanzarmi al rompere la promessa, per aver ferito il mio fidanzato e la sua famiglia, per aver ferito la mia famiglia, per non essere abbastanza addomesticata, per non essere abbastanza indiana. In effetti mi affliggevo per ogni aspetto della mia personalità.”

Anita spiega come tutto questo l’abbia plasmata, fomentando le paure che successivamente si sono manifestate sotto forma di malattia, fino ad arrivare agli anni da adulta con la discesa agli inferi del cancro.

 

L’esperienza di premorte

Nella Seconda Parte, Anita affronta il tema della premorte: qual è stata la sua esperienza, ciò che ha capito in quel momento e cosa è successo dopo. Essere guarita dal cancro e lavorare per trovare il suo nuovo posto nel mondo è stato un viaggio sorprendente, difficile ed eccitante!

Nel 2002 le viene diagnosticato un linfoma:

“Il dottore fu molto gentile e delicato nel comunicarci la notizia: ‘Hai un linfoma, una forma di cancro del sistema linfatico.’ Ma nell’istante in cui colsi la parola cancro, non sentii altro di quello che stava dicendo. La sua voce mi arrivava come se fossi sott’acqua. I miei occhi guardarono altrove e si fermarono sulla vista che offriva la finestra dello studio. Fuori, niente era cambiato: il sole continuava il suo viaggio, declinando lentamente dietro il porto; i grattacieli splendevano in cangianti sfumature di arancione e ambra; e la gente se ne andava per la sua strada tra le risate e la gioia dell’happy hour. Tuttavia, conoscere la verità su ciò che stava accadendo nel mio corpo aveva cambiato all’improvviso il mio mondo.”

Anita cerca disperatamente di guarire e studia ogni possibile soluzione, dalla medicina convenzionale e alternativa alle tecniche energetiche, alla meditazione e all’alimentazione. Ma dopo quattro anni la sentenza di morte non sembra avere appello. Anita viene trasportata d’urgenza in ospedale, ormai in fin di vita.

“Mentre venivo portata in ospedale, il mondo circostante iniziò a sembrarmi surreale e onirico, e mi sentivo scivolare sempre più lontano dalla mia coscienza. Arrivai all’ospedale in coma, solo per scoprire che i medici erano sconfortanti, se non completamente pessimisti, nella loro valutazione delle mie possibilità.”

I medici sono scettici, ma Anita è presente (almeno in spirito): sente tutto e sa anche cose che non dovrebbe sapere, come racconterà in seguito, al risveglio.

“Sapevo quando entrava qualcuno per visitarmi, di chi si trattava e che cosa faceva. Sebbene avessi gli occhi chiusi, ero pienamente consapevole di ogni piccolo dettaglio che avveniva attorno e dietro di me. Le mie percezioni erano amplificate, molto più acute che se fossi stata sveglia e in grado di usare i cinque sensi. Sapevo e capivo tutto, non solo quello che stava succedendo attorno a me, ma anche quello che gli altri provavano, come se fossi in grado di vedere e di sentire le emozioni che attraversavano le persone. Ero in grado di percepire le loro paure, la loro disperazione e la rassegnazione davanti alla mia situazione.”

Anita ha la sensazione di espandersi e diventare ogni cosa, ogni persona. È tutto, ma allo stesso tempo è staccata da tutto, in uno stato trascendentale che la porta oltre le soglie della morte, nella dimensione eterna dell’Aldilà.

“Non era esattamente come se mi trovassi fisicamente altrove; piuttosto parlerei di un risveglio. Forse, alla fine, mi ero ripresa da un brutto sogno. La mia anima finalmente si rendeva conto della sua bellezza! E nel farlo, si espandeva oltre il corpo e il mondo materiale, fino ad abbracciare non solo l’esistenza presente, ma raggiungendo e includendo dentro di sé un’altra dimensione al di là dello spazio e del tempo.”

Poi racconta dell’incontro con il padre, morto da diversi anni, e con la sua cara amica Soni, morta di cancro qualche anno prima. Il resoconto della sua esperienza di premorte è molto toccante e illuminante perché ci apre gli occhi non solo sulla multidimensionalità del nostro universo, ma anche sul senso della vita terrena.

“La consapevolezza superiore di cui godevo in quella dimensione espansa è indescrivibile, per quanto mi sforzi di raccontarla al meglio. La sua chiarezza era formidabile. L’universo ha senso! Compresi. Ora finalmente capisco perché ho sviluppato il cancro! Ero troppo rapita dalla meraviglia di quel momento per soffermarmi sulla causa, sebbene la esaminai subito più da vicino. Inoltre, capii anche perché fossi giunta proprio in quella esistenza: mi resi conto di quale fosse il mio scopo.

Perché improvvisamente capisco tutte queste cose? Volevo sapere. Chi mi sta dando queste informazioni? È Dio? Krishna? Budda? Gesù? E poi fui sopraffatta dalla consapevolezza che Dio non è un essere, ma uno stato d’essere… e adesso io ero quello stato d’essere!”.

“Ero in grado di guardarmi con occhi nuovi e mi vedevo come un essere dell’universo pieno di bellezza. Mi rendevo conto che già solo il fatto di esistere mi faceva meritevole di questa dolce accettazione piuttosto che del giudizio. Non dovevo fare niente di speciale; meritavo di essere amata per il solo fatto di stare al mondo, niente di più e niente di meno.”

Anche la malattia viene vista con occhi nuovi, e Anita si rende conto che non si è trattato di una punizione per qualche errore commesso, come aveva creduto un tempo. Erano state le sue paure a trasformarsi in malattia.

Anita dedica un intero capitolo alla descrizione di quel che ha visto e “sentito” durante la sua esperienza di premorte: “Qualcosa di infinito e fantastico”.

“Ricevere queste rivelazioni così importanti fu come essere travolta dalla luce. Capii che solo incarnando l’amore di cui era composta la mia essenza avrei guarito il mio corpo e gli altri. Non ne ero mai stata consapevole prima, eppure mi sembrava talmente ovvio. Se siamo tutti Uno, sfaccettature dello stesso Tutto che è amore incondizionato, allora naturalmente ciò che siamo è amore! Seppi che quello era l’unico scopo della vita: essere se stessi, vivere esprimendo la propria verità e incarnare l’amore insito nella propria essenza.”

E il tutto culmina con il messaggio che riceve dal padre e dall’amica Soni che la esortano a ritornare indietro:

“Ora che conosci la verità su chi sei, torna indietro e vivi senza paura!”.

 

Dopo il risveglio

Il risveglio di Anita dal coma sorprende tutti, medici e familiari. Il marito, il fratello e la madre sono felicissimi di riabbracciare la loro cara. I medici però non sono del tutto convinti che Anita sia guarita e la sottopongono a numerosi test ed esami (anche dolorosi), a cui Anita non oppone resistenza proprio perché sa di stare bene e che il cancro è sparito, e vuole che anche i medici se ne convincano.

Dopo qualche settimana viene finalmente dimessa e può cominciare la sua nuova vita.

Un aspetto preponderante del suo nuovo approccio alla vita consiste nella divulgazione della sua esperienza. Anita infatti sente di dover condividere con quante più persone possibile il racconto di ciò che ha visto e “sentito” nell’Aldilà, affinché le persone smettano di avere paura e vivano esprimendo sinceramente e pienamente ciò che sono.

La sua storia attira l’attenzione di alcuni medici esperti di esperienze di premorte che studiano le sue cartelle cliniche e cercano una spiegazione scientifica dell’accaduto, nonché l’interesse di Wayne Dyer, come racconta lui stesso nella prefazione.

“Tutte queste osservazioni riportano all’interrogativo principale che il dottor Ko e altri esperti si pongono sulle remissioni spontanee: ‘Cosa preme l’interruttore che spinge il corpo a passare dalla morte alla guarigione?’.

Per quel che mi riguarda, io conosco la risposta… ma è qualcosa che non si trova nei libri di medicina.”

 

Domande e risposte

Il libro si chiude con una sezione di domande e risposte in cui  Anita ha raccolto alcuni degli interrogativi più problematici e frequenti che le sono stati rivolti. Eccone uno…

“D: Se ci fosse un messaggio o una lezione derivanti dalla tua esperienza di premorte che vorresti far conoscere e sapere a tutti, qualcosa che vorresti urlare ai quattro venti, cosa sarebbe?

R: La sola cosa che hai bisogno di imparare è che sei già ciò che cerchi di essere. Basta che esprimi la tua unicità senza paura, con trasporto! È per questo che sei fatto così, ed è per questo che sei qui, nel mondo fisico.”

Anita Moorjani

Anita Moorjani è scrittrice e divulgatrice.

Nata a Singapore da genitori indiani, ha vissuto a Hong Kong per gran parte della vita. Protagonista di un'esperienza di premorte all’inizio del 2006, in questi anni ha condiviso con il mondo le intuizioni e le rivelazioni che ha ricevuto mentre si trovava nell'altra dimensione.

Ospite fissa del dipartimento di scienze comportamentali dell'Università di Hong Kong, Anita aiuta le persone affette da gravi malattie e i loro familiari ad affrontare con serenità il momento del passaggio.

Convinta che ognuno di noi porti dentro di sé la forza e la sapienza per superare qualsiasi evento della vita, anche il più difficile, Anita Moorjani è d'ispirazione per tutti.


Le vostre recensioni


★★★★★★★★★★ • • 2018-11-11 19:14:33
Un libro che tutti, e dico TUTTI dovrebbero leggere ! Assolutamente illuminante sulla verità della vita e di come dovrebbe essere vissuta. Tra decine e decine di libri letti questo è secondo me il libro dei libri! Grazie Anita. Con tutto il cuore.
★★★★★★★★★★ • • 2019-09-08 00:07:03
Grazie Anita perché questo libro non è stato solo una lettura ma una grande riflessione sulla vita!una riflessione molto interessante e fruttuosa nella quale mi sono ritrovata!. Consiglio a tutti di leggere questo libro ma in modo particolare lo consiglio alle persone malate (non solo fisicamente) o che stanno passando un brutto periodo.

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