Non permettere alle paure del passato di bloccare la tua vita.
Risveglia la tua energia e ritrova il benessere attraverso il TAI.
Se senti il bisogno di riequilibrare la tua vita, questo è il libro che fa al caso tuo. Unendo il potere dell’intenzione ai benefici della meditazione, questo libro agisce sulla mente per aiutarti a focalizzare l’attenzione sui centri vitali dell’essere umano.
L’obiettivo di Andrea Fredi – tra i maggiori esperti di tecniche energetiche – è quello di aiutare il lettore a liberare l’energia che è in sé, ma per farlo è necessario lasciare andare ogni ricordo doloroso, ogni paura e ogni credenza limitante. In questo modo sarà possibile individuare e dissolvere le cause di sintomi fisici, dipendenze, blocchi emotivi che rendono impossibile raggiungere il successo e difficili i rapporti interpersonali.
Una trasformazione possibile mediante il TAI, una tecnica innovativa che, mediante un sapiente intreccio di conoscenze orientali e pragmaticità occidentale, mira al benessere psico-fisico partendo dal risveglio dell’energia, la dimensione più intima dell’essere umano.
Mediante il TAI puoi sprigionare l’energia che è in te, liberarti dai blocchi emotivi che ti legano al passato e intraprendere la strada della felicità
Questo libro ti fornisce nuove tecniche per ritrovare l’equilibrio, la consapevolezza e l’espressione di sé, indispensabile per liberare l’energia cristallizzata nel passato. La pratica regolare del TAI ti consente di cambiare le tue abitudini, lasciarti alle spalle il passato e le credenze autolimitanti per portare un vento di cambiamento alla tua vita e ritrovare il benessere che meriti. Grazie alle semplici tecniche descritte in Tecniche di Alchimia Interiore, infatti, puoi avviare un cammino di crescita personale e risolvere una serie di blocchi che ostacolano il campo lavorativo e relazionale.
TAI:
- È un sistema per il riequilibrio cosciente delle energie.
- Agisce unendo il potere dell’intenzione, il respiro e la focalizzazione sui tre centri vitali dell’essere umano.
- Permette di lasciar andare, spesso rapidamente, ricordi dolorosi, paure, pensieri e credenze limitanti.
- Consente di individuare e dissolvere le cause di sintomi fisici, dipendenze, blocchi al successo, difficoltà relazionali.
- Facilità il percorso di autoconoscenza e consapevolezza di sé, grazie a procedure collaudate.
- Aiuta nella definizione e realizzazione pratica degli obiettivi, nei diversi campi della vita.
Indice
Introduzione
PARTE I. TAI in teoria
Capitolo I. Trasformare il piombo in oro
Capitolo II. Solve et coagula
Capitolo III. Il plasma spazio-temporale
PARTE II. TAI in pratica
Capitolo IV. Alchimia Interiore
Capitolo V. Il potere dell’intenzione
Capitolo VI. Le molteplici applicazioni di TAI
Capitolo VII. Esplora il triangolo
Capitolo VIII. Integrazioni
Capitolo IX. Riflessioni sulla Legge di Risonanza
APPENDICE
Domande e risposte
Apprendere TAI
Glossario
Bibliografia
L’autore
Estratti dal libro
Scopri i benefici del TAI nella tua vita quotidiana
Ti è mai capitato di veder crollare il mondo a te conosciuto senza avere idea di come potrà essere la tua nuova realtà? Di sentire che “un’onda” è ormai giunta a riva e ha esaurito il suo moto? Bene, a me è successo alcuni anni fa. Vivevo in Svizzera ormai da parecchio tempo, lavoravo con una società di formazione e le cose procedevano apparentemente bene. Eppure, una notte non riuscivo a prendere sonno per i tanti pensieri che affollavano la mia mente. Pur applicando diverse tecniche di rilassamento, lo stato di allerta era talmente elevato che nulla sembrava capace di darmi sollievo. Nel frattempo l’alba si avvicinava. Ormai conscio dell’impossibilità di dormire e preda di conflitti interiori riguardo al mio futuro, in quella notte infinita cominciai a pronunciare alcune frasi di intenzione mentre ponevo una mano sul cuore (come nella tecnica HAT) e l’altra sul centro Hara, fulcro dell’energia nelle arti marziali cinesi e giapponesi. Mi ricordai di un terzo centro di energia, secondo la tradizione orientale, situato in mezzo alla fronte, il cosiddetto “Terzo Occhio”. Sapevo che il percorso che l’energia segue, dal basso verso l’alto, nel costante processo di raffinazione dal grossolano al sottile, dal materiale allo spirituale, avviene attraverso i tre centri. Arrivata la luce del giorno, l’angoscia aveva lasciato il posto alla gioia e all’entusiasmo della ricerca. Abituato a muovere energia stimolando i punti di accesso ai meridiani, la possibilità di farlo anche attraverso i tre grandi centri dell’essere umano mi portava a non sentire la stanchezza. Nella mia insonnia i tre Dantian (così vengono chiamati i tre centri energetici in cinese) si erano rivelati degli amplificatori dell’intento, un enorme aiuto per chi conosce e utilizza il potere della parola ma tende a stare troppo nella mente. Partii quindi verso Como, dove avevo appuntamento con un amico insegnante di arti marziali e praticante di tecniche olistiche. Mi sistemai sul lettino e presto mi addormentai. Al termine del massaggio Fabrizio mi fece dono di un libro sulle arti marziali interne. Lo aprii a caso e lo sguardo cadde su una curiosa illustrazione: “I tre Dantian”! Dentro di me annuii alla Vita, ringraziandola per la sincronica conferma. Da quel momento e per più di un anno mi dedicai alla ricerca, nel tentativo di coniugare il potere dell’intento con la focalizzazione sui centri.
L’alchimia come trasformazione di sé
Abbiamo visto che nel nostro modello il termine energia viene usato come sinonimo di consapevolezza, anche se in realtà quest’ultima è energia vitale raffinata, trasmutata; con una metafora musicale, potremmo definirla energia a un’ottava superiore. Dal momento che tutto è ciclico, la consapevolezza si traduce nuovamente in energia (capacità di agire) sotto forma di azioni, non più reattive bensì deliberate. Anche il semplice lavare i piatti può essere un’azione automatica (lo faccio e intanto la mia mente vaga) oppure consapevole (mentre lavo le stoviglie “ci sono”). Nel secondo caso sono in grado di agire in modo differente, quello che Franco Battiato nella canzone “I treni di Tozeur” chiama “vivere a un’altra velocità”. TAI è uno strumento ideato per raggiungere tale stato dell’essere, paragonabile al vibrare con una frequenza più elevata e rappresentato dalla sovranità interiore. La Natura ci palesa che non esiste nulla di eterno, sebbene la mente spesso fatichi ad accettarlo. Non solo, la vita ha bisogno dei processi trasformativi per auto-perpetuarsi; ci sono leggi che impongono alla materia di mutare: per crescita, digestione, eliminazione, corruzione, guarigione, rigenerazione, tutte funzioni riassumibili in processi di sviluppo o decrescita. Questo fenomeno, osservabile nel microcosmo atomico quanto nel macrocosmo dell’universo, coinvolge anche l’essere umano. Le capsule spazio-tempo trattengono la consapevolezza (temporaneamente, ma talvolta anche per generazioni) in rappresentazioni cristallizzate che inibiscono l’evoluzione. In questi casi il soggetto non ha “digerito” l’esperienza, cioè non l’ha ancora trasformata: un po’ come un cibo che rimane lì, non va né su né giù e non riesce a diventare nutrimento, energia. Con le esperienze non elaborate accade la stessa cosa, perciò è necessario uno strumento che aiuti nel processo di trasformazione.
La tecnica dell’arte esterna
La maggior parte delle persone ha enormi quantità di energia contenute in centinaia di nodi di coscienza che necessitano di essere sciolti. L’energia liberata e raffinata sarà poi carburante per nutrire la realizzazione dei propri obiettivi mediante la frase coagula unita, beninteso, all’azione. (Attenzione: nella prima frase solve, i termini “energia” e “consapevolezza” sono intercambiabili, a discrezione del praticante.)
Le frasi vanno pronunciate con un tono normale, intendendo ciò che si dice (in situazioni pubbliche possono essere semplicemente pensate) e portando l’attenzione su un centro alla volta. Le due frasi solve servono rispettivamente a:
- liberare l’energia incoerente e non espressa contenuta in un nodo di coscienza;
- lasciar andare l’attaccamento invischiante al nodo e a tutti i suoi componenti.
La terza frase è invece volta a generare un nuovo livello di ordine, un equilibrio più consapevole e armonico. Nello specifico, la prima frase libera l’energia che non ha compiuto la sua naturale funzione, bensì è rimasta cristallizzata nello spazio-tempo in uno stato disordinato, generatore di incoerenza.
I movimenti interrotti, i sospesi, le sequenze non concluse trovano compimento grazie all’intenzione di liberare l’energia rimasta nella capsula spazio-tempo. Quando, nella prima frase, si utilizza il termine “consapevolezza” al posto di “energia”, avviene sostanzialmente lo stesso: la consapevolezza che era rimasta bloccata nel nodo viene liberata, può finalmente tornare nel presente e aggiornarsi, portando nuova coerenza e armonia.
Alla prima frase fa seguito un’affermazione che ha lo scopo di lasciar andare l’attaccamento (da non confondere con l’amore o con l’affetto), sciogliere cioè i vincoli che mantengono in essere la problematica. La procedura si conclude con la terza frase per generare ordine e coerenza dove c’era caos, entropia. Dopo aver estratto energia da una rappresentazione e aver lasciato andare l’attaccamento, la terza frase permette di favorire ordine a un livello superiore, corrispondente alla consapevolezza del praticante nel qui-e-ora. Questo conduce a uno stato di quiete interiore, aumentando la capacità di discernere e operare scelte.
La tecnica dell’arte interna
Qui l’attenzione viene posta sull’energia più che sulla rappresentazione cristallizzata. Significa che si attinge a una fonte di energia per favorire il processo di trasformazione ed elevazione: una scena, delle coordinate spazio-temporali, un’emozione, un simbolo, un archetipo, un rimedio. Si esegue il protocollo dell’arte interna e il campo-pensiero diventa l’oggetto da cui “estrarre” l’energia che verrà poi raffinata e indirizzata.
Nell’arte interna l’attenzione è sull’energia vitale che viene estratta e raffinata lungo un percorso ascendente. Il primo centro assolve alla sua naturale funzione di crogiolo che riceve l’energia, il secondo ne armonizza la frequenza accordandola al bene supremo dell’individuo, la sua anima, il terzo la orienta verso uno scopo.
I “campi-pensiero” da utilizzare per l’arte interna sono quelli dotati di energia, per esempio un’emozione come la rabbia, oppure quelli carichi di informazioni, come gli archetipi. Nel primo caso si attinge all’energia che l’emozione mobilita trasformandola in carburante che alimenta la crescita interiore.
Nel secondo scenario l’energia viene estratta da un archetipo e ne possiede le caratteristiche vibrazionali, utilizzate per raggiungere specifici scopi. Infine la pratica dell’arte interna su precise coordinate spazio-temporali permette di trasformare anche le situazioni più difficili in carburante che alimenta la propria evoluzione. Il metodo dell’arte interna può anche essere utilizzato per veicolare le informazioni di rimedi vibrazionali (per esempio i fiori di Bach) direttamente nel sistema spirito-mente-corpo del praticante, implementando l’efficacia del rimedio stesso.
Sei in grado di distinguere il negativo dal positivo?
Esperienze negative: sono tutti quei vissuti percepiti dalla mente come negativi, con generale sofferenza o abbattimento per il soggetto. Di norma danno luogo a reazioni emotive come tristezza, rabbia, senso di colpa, vergogna, disgusto. Un frammento della coscienza dell’individuo è bloccato nello spazio-tempo dell’esperienza, che di conseguenza non riesce a vivere pienamente il qui-e-ora.
Esperienze positive: pur essendo più rare, imbrigliano molta energia vitale perché percepite come “troppo belle”; la gioia e l’entusiasmo generati sono talmente intensi che per l’individuo sono troppo. Queste esperienze sono alla base di emozioni come nostalgia, mancanza, malinconia. Come per le esperienze negative, anche qui il soggetto non riesce a vivere nel presente essendo intrappolato in un passato ideale.
Fantasie negative: sono i film mentali creati dalla mente, in genere come risposta a esperienze negative o per cercare in qualche modo di controllarle. Illustrano scenari catastrofici per il soggetto o per i suoi cari. Sono responsabili di emozioni come preoccupazione, paura, terrore.
Fantasie positive: sono film generati in automatico dalla mente, di solito di tipo compensatorio. Il soggetto, per fuggire da una realtà che non riesce a sopportare, si ritrova a fantasticare scenari ottimistici e migliorativi. Questo tipo di fantasia è spesso responsabile dell’inazione e della pigrizia: siccome nella mia mente le cose vanno per il meglio, non ho bisogno di impegnarmi per modificare la realtà e mi aspetto sempre un aiuto provvidenziale.
Convinzioni negative: a seguito di esperienze e talvolta anche di fantasie, la mente crea idee di sé, degli altri e della vita allineate con esse. Per esempio, come conseguenza di esperienze di abbandono avremo con tutta probabilità credenze di mancanza di valore o scarsa fiducia negli altri.
Convinzioni positive: apparentemente non necessitano d’intervento, anzi a livello sociale sono richieste e acclamate. In realtà bloccano lo sviluppo interiore tanto quanto le credenze negative. Spesso si tratta di convinzioni elaborate dalla mente per bilanciare esperienze e fantasie negative. Sono responsabili di atteggiamenti arroganti e di superiorità, tipici di chi in realtà si sente inferiore e necessita di iper-compensare.
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